giovedì 14 aprile 2011

MOON DOG MANE: TURN IT UP (1998)





Come promesso nel mio precedente post, eccomi qui con i fantastici MOON DOG MANE.
Turn it up! Come lo storico inizio di "Sweet home Alabama", il manifesto del rock sudista. Disco assolutamente da avere se amate il suono del sud, anche se di non facile reperibilità. Scritto e prodotto da Frank Hannon, rappresenta una scorribanda in terreno southern del biondo chitarrista e principale compositore dei TESLA. Dodici pezzi di cui due scritti in coppia con l'altro fuoriclasse del gruppo, il prima di allora sconosciuto ma dotatissimo cantante Brodie Stewart. Vi presento gli altri componenti ovvero Kevin Hampton alla ritmica, Chris Martinez al piano ed organo, Joel Krueger e Courtny DeAugustine basso e batteria. 
Accendiamo a manetta questo stereo allora e via. La canzone che da il titolo all'album ci accompagna subito nel meraviglioso territorio del sud degli Stati Uniti e colpisce per il refrain subito memorizzabile e l'impasto sonoro tra la chitarra acustica di Hampton e la splendida solista di Mr. Hannon che per l'occasione usa principalmente Fender Stratocaster. Ma la cosa che ha un maggior impatto nell'ascoltatore è certamente la splendida e caldissima voce di Stewart che nella seguente "I believe" sputa sangue e raggiunge livelli sublimi. Questo brano lo ascoltai alla radio all'epoca della sua pubblicazione e rimasi folgorato.
Siamo alla numero 3, “You turn me on”: dopo una breve introduzione con dialoghi tra i musicisti in sottofondo parte il riff, 100 % SKYNYRD’s southern, potrebbe essere tranquillamente tratto da “Street survivors” e si fatica a credere che alla slide non ci sia Gary Rossington e che l'assolo finale di honky tonk piano non sia opera del compianto Bill Powell. La seguente “Peanut on a plate”, un giro blues sempre ispirato al gruppo della Florida basato su un tessuto di acoustic slide mi ricorda molto alcune cose degli STEEPWATER, anche per timbrica vocale. Attenzione alla band appena citata, promessa mancata del nuovo southern rock, perché prima o poi ve ne parlerò. Number five, con un titolo come “Sweet southern sound” quale poteva essere lo sviluppo? Intro di acustica con un giro veramente molto simile al TESLA capolavoro “What you give”, harmony vocals in sottofondo, Fender Stratocaster e voce che al solito sprizza feeling ad ogni suono emesso; ......sweet southern melody come back to me .... mancherebbe solo una spruzzata di Hammond che è ben presente invece nella successiva “Turn the page”, più sul versante rock, slide guitar ed attacco alla RAGING SLAB, altra band "per intenditori".
"Watcha gonna do?" ha nuovamente un riff skynyrdiano, quadrata e trascinante ci traghetta velocemente verso “When I think about it now” che potrebbe benissimo essere un classico dei TESLA, semi ballad con sottofondo di Hammond, solita voce sofferta e cori soulful, assolo strappabudella in crescendo (questa sembra Gibson).  Caratteristiche riscontrabili anche in “Let it shine” che ha come maggior influenza i FREE di Paul Rodgers. - Ehi, cos'è questo casino? - parte "Roll with the punches" dove le chitarrone si fanno più aggressive e si doppiano nel finale con quei caratteristici assoli all'unisono di stampo sudista. Un ultimo momento rilassante con "Times are changin'" anche se l'ugola di Brodie è sempre ben strapazzata e poi "Can't stop rockin'" honky tonk rock'n'roll a manetta, è la lezione di Mr. Chuck Berry e degli AC/DC, sentita cento volte, mille forse, ma che sempre centra l'obiettivo quando è proposta con la passione di questi sei outsiders e ti lascia con la voglia di ripartire daccapo.
In conclusione, prova superlativa e promozione certa per Frank Hannon che è riuscito ad imporre una propria personalità a questo progetto nonostante si tratti di musica comunque già sentita, ormai facente parte della tradizione direi. Questo è il rock americano da più di trent'anni ed è musica che non morirà mai così come accade per un disco di delta blues,  ti da la gioia o ti è vicino nella malinconia, ti fa venir voglia di ballare e di spaccare i timpani dei tuoi tristi vicini. Se non incideranno più poco importa, ci sarà sempre qualcuno che inciderà un disco del genere prima o poi. E vai così.

G_BARONCELLI




MOON DOG MANE: TURN IT UP  (1998)
produced by Frank Hannon

1.Turn It Up
2.I Believe
3.You Turn Me On
4.Peanut on a Plate 5.Sweet Southern Sound
6.Turn the Page
7.Watcha Gonna Do?
8.When I Thing About It Now
9.Let It Shine
10.Roll with the Punches
11.Times Are Changin'
12.Can't Stop Rockin'

Nessun commento:

Posta un commento