giovedì 20 settembre 2012

CAVALLI DI RAZZA: FIVE HORSE JOHNSON


Un Johnson da 5 CV non credo sia un gran motore, non sono certo un lupo di mare ma credo proprio di non sbagliare. Non conosco il motivo che ha portato Eric Oblander (voce ed armonica) e soci alla scelta di tale monicker al momento della nascita negli ormai lontani primi anni novanta ma, FIVE HORSE JOHNSON, sono tutt'altro che dei "brocchi", anzi sono autentici cavalli di razza o forse, più che purosangue da corsa, direi possenti cavalli da tiro, un quartetto capace di dispensare mazzate a destra e manca da quasi vent'anni. La loro discografia non conosce ad oggi cedimenti ed incertezze ed è costituita da cinque albums (presto saranno sei) fieri, agguerriti, selvaggi e ben prodotti, tutti su etichetta SMALL STONE più un raro mini di esordio che conservo gelosamente nella mia discoteca. Un pezzo ormai raro, stampato in pochi esemplari dalla minuscola SIN KLUB ENTERTAINMENT per avere il quale, ammesso che lo si trovi in vendita, bisogna sborsare oggi diverse decine di eurini. Brutale minimal-boogie registrato dal vivo al Griffin's Hines Farm di Toledo, OHIO, glorioso locale del quale viene fieramente narrata la storia completa nelle note di copertina e dal quale è passata gente del calibro di BB King, Count Basie, Jimmy Reed ed il maestro di boogie John Lee Hooker.  Oddio, le cose migliori 5HJ le hanno partorite pochi anni dopo per cui questo, come il successivo esordio sulla lunga distanza, non sono proprio fondamentali se non siete collezionisti come il sottoscritto. Se le finanze sono limitate invito ad investire su altri titoli, ad esempio THE N°6 DANCE, ad oggi il loro "manifesto", ovvero il disco che contiene tutti gli stilemi del quartetto, la definizione perfetta del loro hard boogie stoner, chitarre pesanti, ritmica potente, voce ghiaiosa, inserti di armonica, il tutto completato da un ottimo songwriting, perfetta produzione e grafica adeguata. THE N°6 DANCE, il terzo album, uno dei più trascinanti albums di tutto il 70's revival anni novanta è quindi il disco che fa innamorare della band ogni amante della buona musica sanguigna e ruspante.

 
Già con l'esordio, DOUBLE DOWN (Small Stone 1997) prodotto dal leader dei RAGING SLAB Greg Strzempka, avevano centrato l'obiettivo presentando alle masse, grazie all'ottima distribuzione garantita dalla label di Detroit, il loro possente boogie. Bel disco, ricordo volentieri People's Jam, quel lungo pezzo che sembrava un outtake dei lisergici STEPPENWOLF e l'ossessiva Wash Your Hands. FAT BLACK PUSSYCAT (SS 1998) migliora il suono e prepara il terreno al masterpiece di due anni dopo. Pausa un poco più lunga ed ecco nel 2003 la pubblicazione di THE LAST MEN ON EARTH che non delude affatto anche se nel complesso mi sembra che si allinei un pò con la produzione stoner standard. E' vero che, sfumato l'effetto sorpresa, il perseverare verso una direzione ben definita e priva di qualsiasi cambio di rotta può portare ad un calo creativo ma, se si hanno le carte in regola e non si ha fretta di pubblicare dischi a raffica, si può riuscire a mantenere più che dignitoso il profilo artistico. Altri tre anni precedono la pubblicazione dell'ancora ottimo THE MISTERY SPOT che centra di nuovo l'obiettivo avvolgendo il suono con una patina vagamente psichedelica e proponendo un ritorno al blues con pezzi eccellenti quali Rolling Thunder, Feed That Train o Keep Your Prize oppure accenni acustici un pò alla LED ZEPPELIN in Ditch Diggers. Altro punto di forza da segnalare è la partecipazione di Jean Paul Gaster dei CLUTCH alla batteria, che da una mano dopo l'abbandono di Mike Alonso ed impreziosisce le dodici tracce proposte con la sue notevoli capacità. L'ultimo disco fino ad oggi pubblicato merita di essere preso in considerazione se pensate all'acquisto di un degno "compagno di scaffale" per quel meraviglioso ballo numero sei.


ERIC OBLANDER

Poi un lungo standby, durato anche troppo, ma oggi Eric Oblander, Brad Coffin e Steve Smith hanno pronto un nuovissimo lavoro intitolato THE TAKING OF BLACK HEART, uscita prevista per il 29 Gennaio 2013, che spero saprà confermare quanto di buono è stato fatto in questi anni e magari, chissà, stupire positivamente. Le registrazioni sono state completate ancora con Gaster anche se è già stato annunciato l'inserimento di un batterista stabile, l'etichetta è ancora la Small Stone, lo stoner sembra aver esaurito gran parte della propria creatività ed è un pò passato di moda ma, se buon sangue non mente, tra qualche mese sarà di nuovo il momento di mettere sul piatto (come si diceva una volta) FIVE HORSE JOHNSON.
THE ROLLING BLUES REVUE attende con impazienza!
 
G_BARONCELLI


L'ANTEPRIMA DEL NUOVO DISCO

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