Coloro che si divertono a registrare all'estero tra l'altro non lo devono fare di nascosto e sono molto più professionali, la moda lanciata dai GRATEFUL DEAD già negli anni settanta e sessanta di registrare ogni singolo spettacolo dal vivo e lasciare ai fans l'opportunità di farlo liberamente ha fatto proseliti. Il tutto naturalmente senza nessun scopo commerciale, queste bands, che dal vivo rendono decine di volte più che in studio, non hanno certo paura di far catturare l'attimo ai fans, certi tra l'altro che più si diffondono le registrazioni e più aumenteranno i fans al prossimo concerto e molti di loro compreranno anche i dischi regolarmente immessi sul mercato. I PHISH alcuni anni fà sono diventati il gruppo col maggior seguito al mondo grazie a questa politica.
Il fan viene a sentirti in concerto, paga un biglietto non certo economico che si và a sommare spesso alle spese del viaggio, perchè non dovrebbe essere libero di catturare quella musica che ha pagato e portarsela a casa? Tant'è vero che ad esempio gli ALLMAN BROTHERS hanno cominciato negli anni novanta a registrare ogni singolo concerto in tempo reale e, chi lo desidera, uscendo dal locale alla fine dello show può passare alla cassa a ritirare il suo bel doppio o triplo CD completo di copertina naturalmente. Questi sono chiamati Instant Live. La cosa funziona anche commercialmente e lo hanno dimostrato i PEARL JAM quando registrarono tutte le date di un tour (europeo mi pare di ricordare) e le mandarono nei negozi, fino ad allora i signori delle case discografiche avrebbero considerato la cosa un suicidio commerciale, oggi sappiamo che non è così.
Naturalmente perchè la cosa abbia un senso bisogna che il gruppo faccia la sua parte, mi spiego meglio. Non deve essere un gruppetto di cacca (sarò buono) da classifica ma deve offrire una certa varietà, certo se la scaletta fosse la stessa tutte le sere, anche se suonata in modo eccezionale, non avrebbe senso procurarsi più date dello stesso tour. Nel caso dei gruppi che seguo con più interesse infatti non è così, la proposta è ANCHE TROPPO varia nel caso ad esempio dei GOVERNMENT MULE, si può provare a procurarsi le registrazioni di una trentina di concerti cronologicamente susseguenti ed avere altrettanti spettacolari concerti diversissimi tra loro, molte volte anche grazie all'occasionale presenza di vari ospiti che arrichiscono il menù.
Mi sono innamorato dei GOV'T MULE, i Muli come li chiamiamo noi, tanti anni fà, nel 1995 o 6, quando acquistai quasi casualmente il loro spledido esordio autointitolato, con quell'enigmatica copertina e le dodici tracce elencate sul retro tra cui Mr Big che tanto speravo essere la cover di uno dei brani migliori dei grandissimi FREE (ed infatti appena lo ascoltai ebbi la conferma). Due dei musicisti rappresentati sul retro copertina mi erano del tutto sconosciuti, l'altro era Warren Haynes, suonava negli ALLMAN BROTHERS ed era il vero artefice della loro rinascita artistica, ma all'epoca la cosa non era ancora chiara a tutti. Ma non voglio qui recensire questo disco meraviglioso, vi dico solo che quando lo ascoltai quasi svenni dal piacere, propio come mi successe diversi anni prima quando ascoltai Made In Japan dei DEEP PURPLE.
Oggi arrivo a casa, mi avvicino alla libreria e pesco a caso un CD, salta fuori un doppio dal vivo, uno dei pezzi della mia collezione, due ore ed un quarto di intense emozioni, mi viene voglia di scrivere qeste righe. Che si tratti dei Muli lo avete capito, lo spettacolo risale al 23 Ottobre 1999 quindi parliamo dei Muli DOC, quelli veri, il trio originale, quelli con quel suono possente e fantasioso, quelli che oltre ai loro brani proponevano covers di tutte le mie bands preferite degli anni settanta, HUMBLE PIE, FREE, GRAND FUNK, MOUNTAIN e via così. Quelli che non avevano avuto ancora neanche la minima incertezza, l'ispirazione era al massimo e di lì a poco avrebbero pubblicato il loro capolavoro discografico, Life Before Insanity, per la prima volta registrato con la collaborazione di un tastierista, Johnny Neel, ad ampliare la gamma di suoni emessi dal granitico trio fino a quel momento. Di lì a poco però avrebbero subìto il grave lutto che li cambiò per sempre, meno di un anno dopo Allen Woody non si sarebbe più risvegliato e la magia non fu mai più la stessa.
Allontaniamo però i pensieri tristi, tuffiamoci nela musica. Quella sera al Fillmore di San Francisco i fortunati presenti assistettero ad un energico primo set comprendente anche un paio di anticipazioni dal nuovo album, Bad Little Doggie e Life Before Insanity già da tempo proposte dal vivo, una splendida jam comprendente She Said She Said e Tomorrow Never Knows dei BEATLES ed una zeppeliniana How Many More Years (scritta però da Howlin' Wolf) oltre naturalmente al manifesto Mule posta in apertura.
Breve pausa e poi ecco il secondo set: Warren chiama il primo ospite e gli astanti vedono salire sul palco Gregg Allman a dare inizio alla seconda parte della jam. E' Soulshine a dare il via, cantata a metà dai due, poi Dreams a proseguire il repertorio allmaniano. Poi un'altro gradito ingresso, John Popper, che arricchisce con la sua armonica Before The Bullets Fly scritta da Haynes e John Jaworowicz per l'album solista di Gregg del 1988. Segue Stormy Monday poi, dopo aver ascoltato i Muli e gli Allman Brothers ecco i Blues Traveler, così siamo a tre gruppi al prezzo di uno! John Popper innesta due pezzi dal repertorio della sua band, Low Rider e Mountain Wins Again. Fine concerto sembra, ma le sorprese non sono finite: per i bis ecco Audley Freed prima e Chris Robinson poi, giusto per scomodare anche i BLACK CROWES, un paio di classici strepitosi come 32-20 Blues e The Hunter con la solita festa in nome della Musica.
Puro divertimento per il solo piacere di suonare con gli amici, che in questo caso sono anche musicisti di prim'ordine.
G_BARONCELLI
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